L’Esposimetro Esterno

Misurare la luce con un’esposimetro esterno, è ancora necessario nell’era della fotografia digitale?“. La mia risposta è lapidaria: sì. Chi crede che un esposimetro esterno sia inutile, oggi, è uno stolto! Ma procediamo con ordine e vediamo quali sono le differenze tra un esposimetro esterno ed uno interno ad una fotocamere, quali possono essere le applicazioni del primo e perché lo si usa ancora.

Esposimetro interno ed esposimetro esterno: le differenze

Quasi tutti siamo abituati a quantificare l’intensità della luce attraverso l’esposimetro della fotocamera. E’ comodo e veloce, perché è sempre lì sott’occhio e reagisce immediatamente al cambio di inquadratura, ed è – quasi sempre – molto preciso grazie ai famosi tre settaggi relativi alle letture: spotsemi spotmatrix. In più non dobbiamo portarci un accessorio extra nella borsa, sacrosanta leggerezza! Fin qui tutto okay. Potremmo, quindi, abbandonare l’idea di spendere una cifra – non troppo elevata ma considerevole – per un esposimetro esterno. Ma, ma: se ci trovassimo a scattare delle fotografie di posa che richiedono una maggior precisione d’esposizione? Ecco che un esposimetro interno potrebbe risultare scarso e poco utile e, addirittura, trarci in inganno. Ancora, se dovessimo lavorare usando luci flash? Ad esempio in una sala posa? L’esposimetro della nostra reflex sarebbe perfettamente inutile perché non ha funzione di lettura della luce incidente.

Quando usarlo, e perché

Gli esempi valgono più di tante parole, ed è per questo che voglio raccontarvi tre situazioni fotografiche che dimostrano quanto sia importante avere con sé un esposimetro esterno.

1. Scatto in studio con fondale scuro

In questa situazione, ero in studio e lavoravo con dei miei flash Profoto D2. L’obiettivo era semplice solo in apparenza: ottenere un fondale grigio scuro così come esso stesso si presentava.
Con il mio esposimetro esterno, ho effettuato due misurazioni rapide: la prima nella posizione dove si sarebbero messi i soggetti (luce incidente sul volto), la seconda rivolta verso il fondale per controllare l’eventuale luce che potesse colpirlo.
Risultato? Circa 2 stop di differenza tra soggetti e fondale. Questo mi ha garantito che il fondale sarebbe rimasto grigio come volevo che fosse, senza bisogno di interventi in post produzione.

2. Shooting in esterni con sfondo molto chiaro

La seconda scena si svolgeva all’aperto, in pieno giorno, con la sposa posizionata davanti a un mare con luce solare fortissima.
Una di quelle situazioni in cui l’esposimetro della fotocamera sarebbe stato completamente ingannato dalla quantità di luce riflessa, restituendomi dei parametri errati.
Se mi fossi fidato dell’esposimetro interno, avrei sottoesposto troppo il volto della ragazza, ottenendo una pelle scura e poco gradevole.
Con il mio esposimetro esterno, invece, ho potuto misurare la luce incidente direttamente sul soggetto, prima ancora di scattare. In questo modo ho stabilito in modo preciso la coppia tempo/diaframma, senza bisogno di compromessi.

3. Abito da sposa su cielo e mare blu

La terza fotografia è forse la più delicata. La sposa indossava un abito bianco, ed era inquadrata contro un paesaggio ricco di blu: cielo intenso e mare profondo. In una situazione così, basarsi sull’esposimetro interno o anche solo sulla luce riflessa dal vestito sarebbe stato rischioso. Il bianco dell’abito, riflettendo moltissima luce, avrebbe facilmente portato la fotocamera a sovraesporre il fondo o sottoesporre il soggetto, rovinando la delicatezza del tessuto.
La soluzione, ancora una volta, è stata misurare la luce incidente sul vestito, in modo da non lasciarmi trarre in inganno dalle riflessioni.
Grazie al mio fidato Sekonic, sono riuscito a ottenere un’esposizione perfetta: l’abito conservava tutta la sua texture e i suoi dettagli, senza risultare né slavato né grigio, in perfetto equilibrio con i toni del cielo e del mare.

💬 FAQ – L’Esposimetro Esterno

📸 È ancora necessario usare un esposimetro esterno nella fotografia digitale?

Assolutamente sì. Nonostante la comodità degli esposimetri integrati nelle fotocamere moderne, un esposimetro esterno resta uno strumento fondamentale per chi cerca precisione, soprattutto in contesti di posa o quando si lavora con luci flash.

⚖️ Quali sono le differenze tra un esposimetro interno e uno esterno?

L’esposimetro interno è comodo, veloce e sempre disponibile, con letture spot, semi-spot o matrix. Tuttavia, misura la luce riflessa, e può essere ingannato da sfondi molto chiari o scuri. L’esposimetro esterno misura invece la luce incidente, garantendo letture più affidabili in situazioni complesse o in studio, dove la precisione è cruciale.

🕒 Quando è davvero utile un esposimetro esterno?

È particolarmente utile in tre scenari:
📷 In studio con fondale scuro: per assicurarsi che il fondale mantenga il tono desiderato senza dover intervenire in post-produzione.
🌞 In esterni con sfondo molto chiaro: per evitare che la luce riflessa (ad esempio dal mare o dalla sabbia) inganni l’esposimetro interno e sottoesponga i soggetti.
👰 Fotografando un abito da sposa contro cielo e mare: per ottenere un’esposizione perfetta sul bianco dell’abito, evitando di bruciarne i dettagli o renderlo grigio.enti “Instagrammabili”.

❗ Perché l’esposimetro interno può risultare impreciso?

Perché misura la luce riflessa dalla scena e può essere facilmente tratto in inganno da superfici troppo chiare o scure. Ad esempio, un abito da sposa o un fondale nero possono portare a errori di esposizione, con immagini sovra o sottoesposte. L’esposimetro esterno, invece, misura la luce che colpisce direttamente il soggetto.

🎯 Qual è il vantaggio principale nell’usare un esposimetro esterno?

Il controllo. Avere la possibilità di misurare esattamente la luce incidente sul soggetto permette di prevedere con precisione l’effetto finale, riducendo la necessità di interventi in post-produzione e garantendo risultati coerenti e professionali in ogni condizione di luce.

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